LA RETE DEI GIOVANI DEL BUON GOVERNO
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PRODINO MA QUANTO CI COSTI...?

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Messaggio  Alessio-CircoloRomaNord Sab Nov 03, 2007 6:57 pm

Vi propongo un mio articolo che può essere un interessante spunto di riflessione e che scrissi subito dopo l'insediamento del soviet che attualmente ha la pretesa di governarci:

PRODINO MA QUANTO CI COSTI...?

Il secondo governo prodi è appena sorto e già molti dei suoi sostenitori si sono pentiti della scelta fatta dandogli il proprio voto in queste ultime politiche.
Tra i suoi molti impegni figurava “La lotta alla proliferazione incontrollata di enti e agli sprechi di vario genere…” questa come tante altre vane promesse fatte dal professore è destinata a rimanere lettera morta.
Con la fine della ignobile lotta per la conquista di poltrone, poltroncine e strapuntini da parte della tanto variegata quanto famelica coalizione di sinistra si è verificato un aumento incontrollato della cariche statali per poter accontentare la vasta rete clientelare che tiene unita l’attuale pseudomaggioranza.
Ricordando le critiche mosse a più riprese verso l’esecutivo di Silvio Berlusconi per l’eccessivo numero di ministeri analizziamo nel dettaglio come è composto l’attuale governo: i ministeri passano dai precedenti 24 agli attuali 25, se l’aumento in questo caso è stato solamente di una unità la situazione dei sottosegretari ha avuto una crescita quasi esponenziali, dai passati 57 agli odierni 73.
Notiamo con piacere che mentre non hanno ancora trovato un accordo al proprio interno su come portare avanti una seria politica economica per la crescita del paese si sono rapidamente accordati per l’aumento delle cariche da suddividere tra loro. Segno premonitore di quali potranno essere le loro prossime mosse e soprattutto a vantaggio di chi.
Tali dati fin ora esposti però non sono ancora sufficienti per comprendere la portata dell’accaduto, osserviamo più da vicino il reale incremento in termini di costi monetari che le casse dello stato dovranno erogare per far fronte alle nuove nomine. Al netto l’aggravio di spesa sarà di circa 700.000 in più al mese, e se per nostra sventura Prodi e la sua allegra brigata rimanesse in carica per ben 5 anni la cifra complessiva a fine legislatura salirà a 41,5 milioni di euro. Per arrivare a tali cifre basta considerare che l’attuale governo stanzia annualmente in stipendi 14,7 milioni euro contro i soli 6,4 del precedente.
Se sommiamo i nuovi ministeri e i sottosegretari la differenza ad alcuni potrà apparire di “soli” 17 membri di differenza (82 contro 99) ma come mai una cifra che alcuni giudicherebbero esigua ha portato ad una tale aumento di spesa? Per trovare una risposta è necessario ricordare che fra i membri del governo Berlusconi solo 5 ministri e 4 sottosegretari erano non parlamentari mentre nel governo Prodi sono stati inseriti 4 ministri e ben 59 fra viceministri e sottosegretari non eletti in parlamento.
Solitamente un così alto numero di elementi non appartenenti alle due camere è spiegabile in casi di “governo tecnico”, ma quello attuale certamente non può essere definito tale quindi come interpretare ciò? La risposta appare ovvia quanto squallida. Molti dei sostenitori del professore non sono stati eletti in parlamento, quindi per non creare ulteriori tensioni che avrebbero portato al crollo della coalizione di sinistra si è dovuto cercare un rimedio per accontentare esclusi più o meno eccellenti affidandogli comode posizioni ben retribuite da noi contribuenti.
Soffermandoci ancora un istante sulle retribuzioni di questi 63 membri aggiunti si scopre che la loro indennità di carica nel governo è di ben 5.300 euro mensili più un’indennità sostitutiva di quella parlamentare che non avrebbero percepito praticando altre professioni di 11.200 euro.
A questo punto ci si dovrebbe chiedere quanto sia lecito che tante persone senza alcuna investitura, e che in molti casi lo stesso voto popolare ha bocciato, possano rientrare per seconde vie nel governo del paese. Sottolineiamo che essi sono pagati con denaro pubblico che proviene sia da elettori di centro destra sia di sinistra senza che nessuno gli abbia democraticamente eletti, quindi una riflessione sul moralismo dell’esecutivo in carica mi sembra tanto necessaria quanto doverosa.
Oltre che una totale occupazione delle più alte cariche dello stato nonostante uno scarto di soli 24 mila voti alla camera e una sconfitta per quasi mezzo milione di schede al senato stanno mettendo in atto una infiltrazione a tutti i livelli.
Gli stessi politicanti della sinistra sono intrinsecamente consapevoli della loro breve permanenza alla guida del paese, poichè si vanno prodigando per inserire gente di loro fiducia nelle varie cariche statali per poter continuare ad esercitare la loro influenza anche dopo l’inevitabile tracollo che avverrà per la mancanza di un serio progetto politico proiettato nel lungo periodo che guari al bene della Nazione e alle generazioni future.
Alessio-RomaNord


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